DIDARUBRICA: SVILUPPO DEL LINGUAGGIO: COSA POSSONO FARE I GENITORI PER SOSTENERLO?

DIDARUBRICA: SVILUPPO DEL LINGUAGGIO: COSA POSSONO FARE I GENITORI PER SOSTENERLO?

SVILUPPO DEL LINGUAGGIO: COSA POSSONO FARE I GENITORI PER SOSTENERLO?

La comunicazione è un repertorio di atteggiamenti, espressioni, gesti e suoni che servono per trasmettere informazioni.

Il bambino appena nato ha un repertorio naturale, automatico, di codici comunicativi  (es. strilli, pianto, sorriso), che l’ambiente rinforza attribuendo loro significato.

Sin dalla nascita, dunque, inizia il processo di comunicazione e madre e figlio, e chi si prende cura di lui, ne sono attori attivi.

L’acquisizione del linguaggio inizia a svilupparsi quando il comportamento generale del bambino è orientato verso le persone che parlano, con la comprensione di quello che esse dicono (processo di riconoscimento) e fornendo di conseguenza risposte (come suoni, sorrisi, ecc.).

Tutti i bambini con sviluppo tipico acquisiscono le competenze di base della propria lingua entro i 3-4 anni di età.

Questa acquisizione passa attraverso diverse fasi: vocalizzazioni, babbing, prime parole, uso dei gesti comunicativi, prime frasi.

Tra i 24 e i 30 mesi vengono acquisite le prime abilità verbali.

Tra i 30 e i 36 mesi, invece, si stabilizzano le abilità linguistiche “acquisite” e le abilità grammaticali.

In questa fase è possibile identificare alcuni indici riconducibili a profili a rischio e quindi creare interventi di potenziamento per favorire lo sviluppo del linguaggio.

Il genitore ha un ruolo fondamentale per favorire lo sviluppo del vocabolario dei bambini.

L’adulto deve imparare a sostenere gli interessi del bambino e da questi partire per fornire un input linguistico che modella ed espande la produzione del piccolo.

Ci sono diverse strategie utili a favorire lo sviluppo comunicativo e linguistico del bambino tra cui:

  • conferma del successo, complimenti ed incoraggiamenti;
  • comunicare faccia a faccia;
  • seguire l’interesse del bambino;
  • commentare in diretta;
  • parlare ad un ritmo più lento;
  • fare frequenti pause per favorire la presa del turno conversazionale;
  • semplificare il linguaggio;
  • imitare ed espandere;
  • stimolare l’apprendimento di una parola target;
  • ricomporre l’enunciato del bambino.

In questo processo di acquisizione del linguaggio, diventa molto utile  leggere al bambino ed é consigliabile l’utilizzo della “lettura dialogica”, una modalità di lettura che diventa uno speciale dialogo interattivo tra lettore e uditore e che permette all’adulto di interagire in modo più efficace con il bambino.

“La lettura dialogica differisce radicalmente dal modo tradizionale con cui gli adulti leggono ai bambini. Il cambiamento di ruolo è fondamentale: se nella tipica condizione di lettura l’adulto legge e il bambino ascolta, nella forma dialogica il bambino impara a diventare narratore della storia. L’adulto assume progressivamente il ruolo di un ascoltatore attivo, proponendo domande, aggiungendo informazioni, suggerendo al bambino di arricchire l’esposizione contenuta nel libro” (Grover Whitehurst)

All’inizio dell’esperienza della lettura condivisa la posizione consigliabile è quella «fianco a fianco» che  permette al bambino e all’adulto di guardarsi negli occhi, fa in modo che le immagini vengano guardate dalla stessa prospettiva e il bambino sposti lo sguardo dalla figura del libro al viso dell’adulto.

Nella lettura dialogica l’adulto stimola il bambino a partecipare alla lettura con domande che riguardano la storia o le immagini, con frasi e commenti che  collegano la storia del libro con l’esperienza personale del bambino, animando la storia con il tono della voce e con l’intonazione.

La scelta del libro diventa fondamentale in quanto esistono molti tipi di libri adatti a diversi livelli di sviluppo:

  • Libri sensoriali

Hanno degli inserti di materiale da toccare:

  • stoffe,
  • pelo,
  • lana,
  • carta vetrata,
  • carta lucida,
  • carta-specchio,
  • cartoncino ruvido.

 

  • Libri con singole immagini

Hanno testo verbale molto breve e, pur conservando grande semplicità, contengano frasi di senso compiuto e costituiscono i fondamenti essenziali del sapere. Da presentare quando il bambino inizia a comprendere le prime, basilari strutture della comunicazione linguistica.

 

  • Libri descrittivi

Mostrano semplici routine (ad esempio, andare a scuola, mangiare la merendina, o andare al parco).

  • Libri con storie

Nel libro con una storia, il personaggio vive emozioni che sono legate alle avventure della storia come la tristezza, la rabbia, la paura, la gioia che sono gli stessi stati d’animo che vive il bambino nel suo quotidiano.

L’importanza di questo tipo di libro sta nel fatto che sviluppa la conoscenza del mondo, del vocabolario, delle azioni ma anche la comprensione degli stati d’animo e delle intenzioni dell’altro.

  • Libri senza parole

Non hanno parole scritte ma solo immagini.

Non si tratta di libri difettosi ma di libri che ci permettono di raccontare la storia così come la vogliamo noi, come ci piace di più!

Inizialmente il bambino ha bisogno di interagire in molteplici modi con il libro e di «leggerlo» con le mani e con la bocca, con le orecchie e con il naso oltre che con gli occhi.

Gli va mostrato  come si usa ma poi lasciarlo esplorare: è meglio non insistere con indicazioni rigide perché è importante che il bimbo si diverta con il libro. Con il tempo imparerà che il libro può servire per cose piacevoli come guardare le immagini, seguire una storia che gli viene raccontata, girare le pagine da solo.

Inoltre non è sempre importante leggere tutte le parole o finire la storia.

BUONA LETTURA!

 

Dr.ssa Amato Fiorella

Dr.ssa Valentina Cristofani

Centro DIDA