6° APPUNTAMENTO CON LA DIDARUBRICA : DSA-BES-PDP: FACCIAMO CHIAREZZA!
DSA, BES, PDP, PEI sono sigle che oggi, fortunatamente, sono diventate parte del linguaggio comune, segno che molta strada è stata fatta in termini di informazione e inclusività in ambiente educativo. Capita però che esse vengano usate in modo errato o improprio, cerchiamo perciò di fare un po’ di chiarezza.
La sigla BES significa Bisogni Educativi Speciali ed è stata introdotta ufficialmente nel mondo della scuola con la Direttiva Ministeriale del 2012 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”.
Gli studenti con Bisogni Educativi Speciali sono tutti coloro che hanno bisogno di un’attenzione particolare durante il loro percorso scolastico per motivi diversi. Questi bisogni possono essere permanenti o transitori, a volte certificati da una diagnosi ufficiale, altre volte individuati dal team docente. All’interno dei BES sono inclusi:
- le disabilità cognitive e/o motorie: questi bimbi sono tutelati dalla legge 104/92;
- i Disturbi Specifici degli Apprendimenti: indicati con la sigla DSA, comprendono Dislessia, Disortografia, Discalculia e Disgrafia e questi bambini sono tutelati dalla legge 170 del 2010;
- i disturbi legati alla sfera dell’attenzione o disturbi evolutivi specifici;
Sono bambini con Bisogni Educativi Speciali anche coloro che stanno attraversando periodi particolarmente difficili a livello psicologico/emotivo a seguito di eventi come un lutto o il divorzio dei genitori; nonché coloro che vivono situazioni di disagio legati a fattori socio-economici, linguistici, culturali come la non conoscenza della lingua italiana.
Tutti questi bambini hanno bisogno di un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Questo documento viene redatto dalla scuola e deve contenere la descrizione delle caratteristiche del bambino, con i suoi punti di forza e di debolezza. Per i bambini con disabilità viene redatto un documento maggiormente strutturato chiamato Piano Educativo Individualizzato (PEI).
Il PDP deve inoltre descrivere tutte quelle azioni che la scuola deve mettere in atto affinché lo studente possa apprendere nel modo migliore e al massimo delle sue capacità. Tra queste troviamo le misure dispensative e gli strumenti compensativi che lo studente potrà utilizzare in base alle sue caratteristiche.
Per fare qualche esempio: un bambino con Dislessia (difficoltà nella lettura che può riguardare la correttezza o la velocità) può essere dispensato dalla lettura a voce alta in classe. Un bambino con Discalculia (difficoltà nell’ambito matematico) potrà utilizzare la calcolatrice per compensare questa sua caratteristica.
Il PDP è un documento molto importante a cui tutti gli insegnanti devono far riferimento e che viene condiviso con la famiglia e con tutti coloro che hanno in carico il bambino.
Se guardiamo oltre le sigle, le categorie e le certificazioni, quello che si chiede alla scuola oggi è di essere flessibile, di creare una didattica personalizzata, di guardare ad ogni studente con attenzione, perché ognuno ha specifiche aree di forza e punti di debolezza, ha proprie caratteristiche di apprendimento, ha particolari esigenze emotive. Ogni studente ha qualche bisogno educativo speciale e le istituzioni scolastiche, oggi più che mai, devono farsi carico di creare nuovi percorsi dove ognuno si senta accolto e valorizzato in base alle sue caratteristiche.
“Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”
(Lettera a una professoressa, Don Lorenzo Milani)
Dr.ssa Valentina Cristofani
Centro DIDA