DIDARUBRICA: Tecnologia sì o Tecnologia no?!

DIDARUBRICA: Tecnologia sì o Tecnologia no?!

Per la DIDARUBRICA oggi parliamo di “Tecnologia sì o Tecnologia no?!”

Quello che è opportuno sapere per un uso consapevole

L’uso consapevole delle nuove tecnologie è una delle più grandi sfide della genitorialità moderna. Cosa significa oggi crescere i figli in un mondo interattivo?

I genitori di oggi sono cresciuti in un periodo in cui la tecnologia era in pieno sviluppo, senza però un ruolo preponderante nelle loro giornate.

Il “grande lockdown” ha portato alla ribalta una notizia importante, già evidente prima della pandemia: ingabbiati nella Rete non sono solo i ragazzi ma anche molti adulti e giovani-adulti. Durante il 2020 social di pertinenza dei pre-adolescenti sono diventati parte integrante della vita dei loro genitori (ad esempio: Tik-Tok, House Party..).

La Tv solo 10 anni fa regalava un intrattenimento per bambini solo in certe fasce orarie. Oggi, con l’evoluzione di internet i programmi per bambini ci circondano in ogni momento, non sono più collocabili solo a casa ma ci accompagnano in ogni nostro spostamento, visto che sono visibili da numerosi dispositivi (smartphone, tablet e/o Pc).

Sono indubbi i benefici dell’avvento di Internet ma è importante riconoscere anche la comparsa di nuove problematiche a livello psicologico.

Oggi, ad esempio, si parla di FOMO (fear of missing out), cioè la paura di essere tagliati fuori, dimenticati quando lo smartphone non prende. Caratterizzata da un’ansia estrema e molto intensa, ha le caratteristiche di un attacco di panico. La clinica oggi ha scarsi strumenti per valutare la dipendenza da internet, visto che la comunità scientifica non raggiunge neanche un accordo sulla definizione delle varie dipendenze, l’unica riconosciuta è quella da videogiochi.

Cosa devono e possono fare gli adulti di riferimento?

Innanzitutto devono stare con i propri figli, nella relazione, creare le condizioni per mobilitarsi, capirli, osservarli, comprendere quelli che sono i loro bisogni e le loro paure.

Serge Tisseron, psichiatra e psicanalista ricercatore dell’Università di Parigi, esperto delle relazioni dei giovani e delle famiglie con Internet, suggerisce la regola delle 3A:

  • A di AUTOREGOLAZIONE. È opportuno fornire ai figli quegli strumenti per poter scegliere da soli in modo equilibrato cosa è giusto fare. Questo primo elemento comporta da parte dei genitori un’indiscussa fiducia nei propri figli e un’accettazione del rischio.
  • A di ALTERNANZA. Parola che rimanda al concetto di dieta mediale, che proprio come in una dieta alimentare è importante che sia varia ed equilibrata. Sicuramente non è mai aut-aut ma et-et. I videogiochi non devono sostituire gli svaghi tradizionali, ma i ragazzi devono sperimentarli entrambi alternandoli.
  • A di ACCOMPAGNAMENTO. Per questo ultimo aspetto serve tempo, pazienza, capacità di lettura dei fenomeni, disponibilità ad affiancare il bambino crescendo insieme a lui. Inoltre, prevede la capacità da parte del genitore di glossare i contenuti che i nostri ragazzi vedono. Infatti, le ultime ricerche hanno rilevato come i genitori passino più tempo nello spiegare ai bambini le modalità e i meccanismi di utilizzo di internet rispetto al focalizzarsi sui contenuti a cui questi sono esposti.

Tisseron, inoltre, ha elaborato una formula educativa in base alle tappe fondamentali di sviluppo dei bambini per promuovere un rapporto corretto ed equilibrato rispetto all’utilizzo degli schermi delle diverse fasce d’età.

  • 0-3 anni: i bambini non hanno bisogno di videoschermi, ma necessitano di sviluppare competenze interagendo con l’ambiente attraverso esperienze sensoriali che utilizzino tutti e cinque i sensi.
  • 3-6 anni: è il tempo delle regole, come procedure educative per regolare il tempo e lo spazio comune. Sono privilegiati i videogiochi in cui si possa giocare in molti rispetto a quelli in cui si gioca da soli, non date loro libero accesso ai dispositivi, che è bene che siano regolamentati durante i pasti o prima della nanna.
  • 6 -9 anni: è opportuno non mettere pc e televisioni nella camera dei ragazzi. Utile settare il profilo d’uso della Play-station e di altri dispositivi similari e, a partire dagli 8 anni, è fondamentale spiegare loro il diritto all’immagine e all’intimità.
  • 9-12 anni: il bambino ha bisogno di esplorare la complessità del mondo, importante stabilire regole chiare riguardo ai tempi di consumo, riflettendo e parlando con loro sui contenuti, su quello che accade quando sono on life. Inoltre, è opportuno determinare insieme a loro, l’età a partire dalla quale potranno avere il cellulare. Ricordare regolarmente le 3 specificità di internet:
  1. Tutto quello che viene pubblicato può diventare di dominio pubblico.
  2. Tutto quello che viene pubblicato resterà per sempre.
  3. Tutto quello che ci troviamo richiede prudenza: alcuni dati sono veri e altri falsi.

Dr.ssa Rodi Maria Novella