DIDARUBRICA: L’apprendimento delle lingue straniere

DIDARUBRICA: L’apprendimento delle lingue straniere

Per la DIDA RUBRICA oggi parliamo dell’apprendimento delle lingue straniere!

L’apprendimento delle lingue straniere è spesso uno dei maggiori ostacoli che i bambini e ragazzi con DSA incontrano nel proprio percorso scolastico.

Questa difficoltà è spesso legata al fatto che le lingue insegnate a scuola sono “opache” (come l’inglese e il francese) e non “trasparenti” (come l’italiano o lo spagnolo), ovvero, lingue in cui non si trova una corrispondenza esatta tra suono e segno e il sistema di scrittura presenta molte irregolarità. Infatti, è molto difficile saper leggere una parola se prima non viene ascoltata la corretta pronuncia, o addirittura, gli stessi modelli ortografici, come nell’inglese la pronuncia di -ough, può cambiare in base alla parola: cough, bough, tough, through, though hanno tutte una diversa modalità di lettura.

Infine, spesso, anche l’ordine delle parole stesse all’interno di una frase è differente da quello della lingua madre. 

Tutto ciò può portare a un forte disorientamento nell’apprendimento delle lingue straniere. Un altro importante aspetto da tenere presente nel comprendere le numerose difficoltà di apprendimento di una lingua straniera, è la modalità in cui i bambini siano soliti imparare l’uso della propria lingua madre. Si tratta di un processo a cui i bambini si avvicinano gradualmente, spesso attraverso tentativi ed errori, grazie ai quali, insieme alla fisiologica evoluzione legata alla crescita, arrivano a interiorizzare le strutture della lingua. Si passa quindi dalla produzione di parole e frasi dai primi anni di vita, fino ad avviarsi, nella scuola primaria, all’apprendimento della letto-scrittura e più tardi, ad un approfondimento ulteriore, con l’analisi grammaticale, logica e del periodo.

L’apprendimento delle lingue straniere a scuola avviene frequentemente attraverso il processo opposto, partendo prima dallo scritto, con l’insegnamento delle parole ed espressioni più familiari presenti anche nella propria lingua madre e lo studio delle strutture grammaticali, fino ad arrivare, solo in un secondo momento, all’utilizzo della lingua orale.

L’obiettivo principale dello studio di una lingua straniera dovrebbe essere quello di comunicare e di utilizzare in maniera attiva una lingua che non sia la propria, comprendendo le caratteristiche di una cultura diversa. Conoscere liste di vocaboli e sapere a memoria la grammatica non comporta utilità nell’apprendimento della lingua straniera, anzi può ulteriormente essere fonte di maggiori difficoltà. La memorizzazione attraverso esercizi meccanici porta l’allievo a non sapersi esprimere in lingua, rimanendo bloccato sulla sola richiesta dell’esercizio senza una effettiva rielaborazione autonoma.

Dati questi presupposti, un approccio multisensoriale (visivo, iconico, motorio, gestuale) può essere d’aiuto nel caso in cui il canale scritto sia condizionato dalla presenza di un DSA, ma può risultare anche un metodo utile per tutti i bambini e i ragazzi nell’apprendimento della lingua straniera. I supporti sensoriali più frequenti sono le immagini, ma risultano ancora più efficaci oggetti concreti a cui associare un nome o una funzione. Molto utile per i bambini della scuola primaria può essere proporre attività psicomotorie, ossia quelle attività che prevedono l’associazione tra movimento ed apprendimento della lingua.

Altri strumenti utili possono essere:

  • utilizzo di mappe o tabelle che riportino i vocaboli stranieri tradotti in italiano, affiancando, quando possibile, immagini che sfruttino il canale visivo dello studente;
  • utilizzo di sintesi vocale madrelingua, per poter conoscere l’esatta pronuncia dei vocaboli e potersi esercitare nella ripetizione di questi, sviluppando la comprensione anche a livello orale;
  • uso di dizionari online piuttosto che cartacei;
  • uso della codificazione cromatica, cioè l’uso di diversi colori per orientare l’attenzione dello studente, ad esempio nella schematizzazione delle regole grammatica, che devono essere lineari e di facile lettura;

Sono molti gli studi che sul piano neuropsicologico indicano con una certa sicurezza che un’informazione linguistica venga maggiormente interiorizzata dallo studente, quanto maggiore è stato l’utilizzo di canali sensoriali diversi.

Infine, relativamente alla comprensione del testo possiamo utilizzare degli accorgimenti molto utili quali:

  • lettura degli indici testuali ed extratestuali che permettano agli studenti di farsi un’idea di quello che poi andranno a leggere (titolo del capitolo, titolo del testo, immagini, parole chiave presenti);
  • partire dalla lettura delle domande di comprensione per poter concentrarsi maggiormente su quanto richiesto dall’esercizio;
  • per la lingua inglese, utilizzo delle “WH questions” riconoscendo immediatamente la tipologia di informazione richiesta.

La quantità di strumenti e di attenzioni possibili da poter utilizzare per sostenere l’apprendimento delle lingue straniere sono molteplici, sia per i bambini e i ragazzi con DSA, sia per migliorare la qualità della didattica quotidiana di tutta la classe. Ricordando sempre che l’obiettivo principale dell’apprendimento di una lingua straniera è la comunicazione e la possibilità di espressione attraverso di essa, lavorando anche sugli aspetti più divertenti e creativi che incentivano la motivazione, motore principale per ogni apprendimento.

Dott.ssa Margherita Bucci

Educatrice professionale e Pedagogista

 

Riferimenti bibliografici utili:

“Lingue straniere e dislessia evolutiva. Teoria e metodologia per una glottodidattica accessibile” di M. Daloiso.

“Come leggere la dislessia e i dsa” a cura di G. Stella e L. Grandi.