DIDARUBRICA: EDUCARE ALL’AUTONOMIA

DIDARUBRICA: EDUCARE ALL’AUTONOMIA

EDUCARE ALL’AUTONOMIA

Continua la DIDARUBRICA, un momento di informazione per genitori, insegnanti e ragazzi con il quale il Centro DIDA cerca di chiarire i dubbi e rispondere alle domande che ci vengono poste durante le nostre attività quotidiane.

Oggi, con la nostra educatrice Giulia Cristofani, parliamo di un argomento che ci troviamo spesso ad affrontare con i genitori, in particolare con le mamme e i papà dei più piccoli: educare i figli all’autonomia.

Maria Montessori diceva: “Insegnare ad un bambino a mangiare, a lavarsi e a vestirsi, è un lavoro ben più lungo, difficile e paziente che imboccarlo, lavarlo e vestirlo”. I genitori infatti devono essere i primi ad aiutare i figli a diventare autonomi e quindi indipendenti. Come? Iniziando dalle semplici azioni di tutti i giorni.

Prima di tutto però è importantissimo ricordare ai genitori di non sostituirsi ai bambini, permettendo loro di provare, riprovare e anche sbagliare, diventando così protagonisti attivi delle proprie azioni. Questo però non sempre è possibile, per mancanza di tempo o perché in quel momento non ci sembra la soluzione migliore, ma con il tempo questo tipo di atteggiamento potrebbe portare a una sorta di pigrizia fisica e mentale. Quindi armatevi di pazienza e lasciate liberi i vostri bambini di imparare a fare da soli.

Un altro aspetto fondamentale è lo stato d’animo del bambino: è molto importante che si senta capace e che i genitori infondano fiducia in lui. Sgridare vostro figlio perché si è bagnato tutta la maglietta mentre impara a lavarsi le mani da solo, non lo spronerà a provarci di nuovo. Incoraggiarlo dicendogli che, anche se si è bagnato la maglietta, ha fatto un buon lavoro invece avrà delle ricadute molto positive sulla sua autostima.

È opportuno inoltre ricordare che le richieste, in termini di autonomia, devono essere adeguate all’età e allo sviluppo del bambino. Per non rischiare di sbagliare, proponete delle attività passando per piccoli step: si passa a quello successivo solo dopo aver acquisito quello precedente. Per esempio: lascio che il bimbo mangi da solo con le posate, solo dopo che avrà imparato a tenerle in mano.

Ma vediamo nello specifico alcune attività che potete richiedere ai vostri figli per renderli piano piano autonomi.

Un bambino, di circa 15 mesi, è in grado di tenere il cucchiaio in mano: è arrivato il momento di provare a mangiare da solo.

Tra i 18 e 20 mesi è capace di spostare gli oggetti da un luogo a un altro, quindi possiamo per esempio suggerirgli di rimettere i suoi giochi a posto.

A 2 anni può lavarsi e asciugarsi le mani da solo.

Tra i 3 e i 4 anni possiamo proporgli di vestirsi da solo.

A 4-5 anni può aiutarci nelle attività quotidiane, come apparecchiare e sparecchiare.

Per compiere queste attività in maniera autonoma, il piccolo ha bisogno di essere guidato e stimolato, osservando il genitore che diventa un esempio. Inoltre è necessario che abbia a disposizione gli strumenti giusti per realizzare in senso concreto la sua indipendenza. Risulta infatti necessario che la casa sia a misura di bambino, facciamo degli esempi: se propongo al bambino di rimettere a posto i suoi giochi nella cesta in camera, sarà mia premura aver disposto la cesta in un posto facilmente accessibile al bambino; oppure per lui sarà più facile e soddisfacente imparare a lavarsi da solo le mani se riesce ad arrivare con facilità al lavandino, al sapone e all’asciugamano. In questo modo può liberamente far esperienza e imitare i grandi nelle varie attività che si trova a osservare tutti i giorni.

Inoltre proprio svolgendo queste azioni il bambino sviluppa anche altre capacità: si esercita nel ricordarsi le informazioni necessarie a svolgere un’azione, impara a coordinare i propri movimenti e a concentrarsi sulla sua attività, si allena a trovare soluzioni di fronte a una difficoltà.

Quindi “aiutiamoli a fare da soli” (M.Montessori).

Educare un figlio all’autonomia significa crescere un figlio libero e indipendente.

Dr.ssa Giulia Cristofani